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Arte e Marketing: il caso Louvre

In che modo arte e marketing si incontrano? L’articolo si propone di capirlo, guardando al particolare case study del museo del Louvre e analizzando la sua reazione davanti al contesto digitalizzato in cui oggi siamo inseriti. Tutti noi conosciamo almeno un’opera presente al suo interno, giusto? Questo perché anche il Louvre è stato colpito dai continui cambiamenti sociali, venendo profondamente influenzato dal mondo digitale.


Più nello specifico parleremo di:

  • Louvre: dalla nascita alle prime strategie di marketing
  • Il Louvre come Case Study

Louvre: dalla nascita alle prime strategie di marketing

A differenza di come lo conosciamo oggi, il Louvre non nasce come museo. Costruito nel 1190 per ordine di re Filippo Augusto, la sua funzione iniziale era quella di castello-fortezza per la difesa contro gli attacchi vichinghi. Nel corso dei secoli viene adibito prima come dimora reale da Carlo V, poi come palazzo rinascimentale da Filippo II. Nel 1563, grazie a Caterina de’ Medici, viene collegato al palazzo delle Tuileries e solo nel 1989 alla piramide attuale. Nonostante fin dagli inizi abbia ospitato le collezioni d’arte dei vari sovrani, è sotto Luigi XV (1710-1774) che il Louvre viene adibito a museo, assumendo in seguito la connotazione di “luogo che raccoglie testimonianze artistiche da tutto il mondo”.


Il Louvre viene perciò
aperto al pubblico nel 1793 ma i lavori di ampliamento continuarono per decenni per accogliere ogni oggetto della collezione. Ad oggi il museo presenta oltre 380 mila opere d’arte. Per quanto riguarda l’architettura, un elemento importante è la sua famosa piramide. Frutto del progetto dell’architetto sino-americano Leoh Ming Pei, fu voluta dall’allora presidente François Mitterrand per facilitare l’accesso al museo ai turisti. Pillola interessante è che, ai tempi della sua costruzione (1985-1989), fu oggetto di numerose critiche perché considerata inadatta al contesto rinascimentale circostante e perché simbolo funebre dell'antico Egitto.


In tutto ciò, ci chiediamo allora perché il Louvre, che sappiamo essere uno dei
primi musei al mondo per numero di visitatori, svolga un ruolo così importante nel marketing. Come prima cosa, il mktg è uno strumento fondamentale per la diffusione dell’arte perché contribuisce ad eliminare il muro tra quest’ultima e il pubblico, smentendo così l’idea che sia solo per pochi. Ad esempio, l’utilizzo sempre più frequente dei social media si rivela una  carta vincente. Il Louvre, non a caso,  possiede  una pagina Instagram che conta 5 milioni di follower, su cui vengono condivise foto delle sue opere, video e curiosità varie sul museo.


La presenza online consente così di creare più engagement con il pubblico, alimentando la conoscenza sull’arte e rendendo il Louvre più accessibile per chi non può recarvisi. Anche durante la pandemia il museo è stato in grado di continuare a raccontare le sue opere, organizzando persino eventi digitali nelle sue sale vuote. Vediamo allora più nello specifico perché il Louvre rappresenti un ottimo case study da analizzare.

Il Louvre come Case Study

Abbiamo già accennato come, durante la pandemia, il Louvre sia stato capace di mantenere un contatto con le persone di tutto il mondo, riuscendo a fortificare la sua relazione con il pubblico. Per farlo ha attuato diverse strategie, talvolta sfruttando alcune collaborazioni. Le più importanti le abbiamo riportare qui di seguito: 


  1. Uniqlo x Louvre: con il brand di abbigliamento giapponese il Louvre ha sottoscritto una collaborazione di ben 4 anni, dal 2021 in poi. Come si legge dal sito di Uniqlo, l’obiettivo è quello di avvicinare il pubblico alle opere must-see nella sua quotidianità.
  2. Casetify x Louvre: la collaborazione con il brand, noto per la produzione di accessori per cellulari, cover e borracce, vede come obiettivo quello di introdurre l’arte nelle vite di più persone, rivolgendosi soprattutto a un target giovane. Sui gadget sono rappresentate le opere più conosciute, come la Gioconda e la Venere di Botticelli. 
  3. La serie Netflix Lupin: questa ha permesso di trasformare le sale del Louvre in un set cinematografico, contribuendo ad incrementare la curiosità dell’audience rendendo il museo ancora più affascinante. La storia della serie, basata sul furto di un collier appartenuto a Maria Antonietta, ha poi scatenato ricerche sulla veridicità dell’avvenimento, specialmente tra la Generazione Z.


In conclusione possiamo senza dubbio afferma che marketing, tanto più quello dei contenuti, sta assumendo un’importanza sempre maggiore nella
diffusione dell’arte e della cultura. Soprattutto tra le nuove generazioni, la fruizione di social media per informarsi e condividere è diventata essenziale al punto che rimanere chiusi nel proprio universo e non sfruttare ciò che la rivoluzione digitale sta offrendo è una scelta oggi controproducente.  Il Louvre è stato capace di capirlo, riuscendo da un lato ad adattarsi a un contesto sempre più in evoluzione e dall'altro diventando un esempio classico di come tutto, persino l’arte, possa servirsi del (Content) marketing.


Vuoi saperne di più? Scrivici o passa a trovarci

Il caso Louvre è un esempio di connubio tra marketing e arte. Zero Contenuti, agenzia di Content Marketing, può ottimizzare ogni tuo contenuto, artistico e culturale, fornendoti gli strumenti giusti per distinguerti dai tuoi competitor online. Possedere una buona visibilità sul web è ad oggi la migliore soluzione per poter accrescere il proprio bacino di utenti e fare in modo che questi diventino acquirenti.


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